formulario identificazione rifiuti

Cos’è il Formulario Identificazione Rifiuti

Il formulario identificazione rifiuti, anche detto FIR, è uno dei documenti previsti dal D.lgs 152/2006 necessari al corretto smaltimento dei rifiuti.

Il D.lgs n.152/2006 costituisce la normativa di riferimento inerente le “Norme in materia Ambientale”.

Il formulario rifiuti edili garantisce la tracciabilità dei rifiuti nelle diverse fasi del trasporto, dal produttore al centro di smaltimento.

Il formulario è obbligatorio in caso di trasporto di rifiuti effettuato da un “ente” o da “impresa”.

E’ esclusa la compilazione del formulario rifiuti, in base alla “formulario rifiuti normativa”, nel caso di:

  • trasporto di rifiuti urbani effettuato dal soggetto che gestisce il servizio pubblico;
  • trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale e saltuario, che non eccedano la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri;
  • trasporto di rifiuti speciali di cui all’art. 184, comma 3, lett. a), effettuato dal produttore dei rifiuti stessi in modo occasionale e saltuario purchè tali rifiuti non eccedano le quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri.

Come va compilato

La compilazione formulario rifiuti deve essere effettuata specificando:

  1.     a) nome ed indirizzo del produttore e del detentore;
  2.     b) origine, tipologia e quantità del rifiuto;
  3.     c) impianto di destinazione;
  4.     d) data e percorso dell’istradamento;
  5.     e) nome ed indirizzo del destinatario.

Inoltre, deve essere redatto in quattro copie, compilato, datato e firmato dal produttore o dal detentore dei rifiuti e controfirmato dal trasportatore. Una copia al produttore o al detentore e le altre tre, controfirmate e datate in arrivo dal destinatario, a cui ne rimarrà una. Le restanti due al trasportatore, che provvederà a trasmetterne una al detentore.

Qualche informazione in più:

  • Formulario rifiuti vidimazione: il trasportatore ha l’onere di provvedere alla vidimazione del formulario rifiuti. E’ possibile effettuare la vidimazione dei formulari presso le Camere di Commercio di appartenenza. Non sono previsti costi per la vidimazione.
  • Formulario rifiuti dove si acquista: è possibile effettuare l’acquisto nelle cartolerie o su internet.

 

come conservare il pellet

Come conservare il pellet

Capire come conservare il pellet è molto importante.

L’utilizzo di stufe a pellet nei nostri appartamenti sta diventando sempre più comune.

E’ consigliabile procurarsi una buona scorta di pellet prima dell’inizio della stagione invernale. Sapere come come conservarlo in maniera ottimale ti sarà molto utile.

Come combattere un pellet umido

Il problema principale nel conservare il pellet è quello di preservarlo dall’umidità.

Di solito i sacchi che contengono il pellet sono elettrosaldati per difendere il prodotto dal problema. Ma una volta aperto il sacco la protezione viene a mancare.

Tecnicamente, l’umidità provoca l’espansione dei cilindretti di pellet, eliminando la lignina, che garantisce la compattezza delle particelle di legno.

I sacchetti contengono inoltre dei forellini di aerazione che consentono al prodotto di respirare. Se però il sacchetto viene collocato in un ambiente umido di certo assorbirà un pò di umidità.

In generale, per limitare il problema umidità, una buona regola è quella di consumare il pellet in ordine cronologico, dal più vecchio al più nuovo.

Nonostante le accortezze, se il tuo pellet si è inumidito ti basterà tirarlo fuori dal sacchetto e posizionarlo in un luogo ben riscaldato e asciutto.

Come conservare il pellet in casa

Una buona soluzione è quella di posizionare una cassapanca vicino alla stufa e stipare il pellet al suo interno. In questo modo nel caso il prodotto rimarrà sempre asciutto.

Come conservare il pellet fuori casa

Non tutti hanno lo spazio necessario per la conservazione del pellet in casa.

Molto spesso esso viene stipato in garage o in cantina.

In questo caso una semplice precauzione consiste nel non appoggiare i sacchi a terra o a contatto con le pareti ma su un pallet o un pannello di polistirolo.

Se, infine, decidi di stipare i sacchi in giardino ricordati di coprirli con un telo isolante; nel caso in cui si ha disposizione tanto spazio una buona soluzione sono i silos oppure i serbatoi interrati.

 

migliore legna da ardere roma

Quale legna da ardere scegliere

Possiedi un camino o una stufa a legna ma non sai mai qual è la migliore legna da ardere per riscaldare la tua casa o cuocere le tue pietanze? Continua a leggere per saperne di più.

Tipologie di legna da ardere

Come scegliere  la migliore legna da ardere  per riscaldare la propria abitazione in modo efficiente ed economico?

E’ opportuno porre particolare attenzione ai tipi di legna ardere che andremo ad acquistare. 

Ne esistono, infatti, sul mercato diverse tipologie caratterizzate da valori di combustione differenti.

In generale possiamo far riferimento a due tipologie di legna da ardere:

 

  • Legna da ardere “dolce” come Abete, Castagno, Pino, Pioppo, Ontano e Salice. La caratteristica principale di queste tipologie sta nella facilità di accensione e ad un processo di combustione estremamente veloce. Per tale motivo sono sconsigliati per gli ambienti domestici perchè il consumo per il mantenimento della combustione sarebbe eccessivo. Inoltre tendono a sporcare la canna fumaria per via della produzione di catrame di carbone e di conseguenza l’utilizzo di tali essenze porta a costi di manutenzione più elevati.

 

  • Legna da ardere “forte”come Betulla, Faggio, Frassino, Leccio, Olmo, Quercia e Rovere. Caratterizzati da un processo di combustione più lento che garantisce il primato dilegna da ardere miglior resa”. Consigliati per il riscaldamento domestico.

 

Stagionatura della legna da ardere

Un altro fattore molto importante da valutare è quello relativo alla stagionatura della legna.

Nel gergo comune facciamo riferimento alla legna secca e alla legna verde.

La legna verde, quella appena tagliata, contiene di solito fino al 75% di umidità. Accendere il nostro focolare con solo questo tipo di legna può determinare difficoltà nella combustione, una maggiore manutenzione della canna fumaria ed una resa calorifera non ottimale.

Per questo è buona regola utilizzare legna secca per un’accensione più rapida e utilizzare legna verde per il mantenimento efficiente del nostro focolare.

La durata della stagionatura dipende dal tipo di legna. E’ importante ricordare che un processo di stagionatura eccessivo è controproducente poichè diminuisce il potere calorifero.

 

smaltimento calcinacci

Come smaltire calcinacci e rifiuti edili

A quali rifiuti edili ci riferiamo

Hai deciso di ristrutturare la tua casa, il tuo negozio o il tuo garage?

Finiti i lavori potresti avere la necessità di smaltire i rifiuti edili prodotti.

Ci riferiamo allo smaltimento di rifiuti come calcinacci, catongesso, gesso, ferro, materiali isolanti come lana di roccia o lana di vetro.

Dove smaltirli

Tutti questi scarti non possono essere buttati nella differenziata.

Infatti trattandosi di rifiuti speciali devono essere smaltiti presso discariche apposite o impianti di trasformazione, in modo che possano essere riciclati o riutilizzati.

In alcuni comuni, in caso di quantità di rifiuti da smaltire limitata, c’è la possibilità di effettuare lo smaltimento di rifiuti presso le Isole Ecologiche di competenza. Puoi trovare un elenco qui.

La quantità di materiale che si può smaltire gratuitamente in queste aree, però, prevede un limite che di solito è 30 kg al giorno per persona. Un pò scomodo in caso di smaltimento di grandi quantità!

In tutti gli altri casi, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti edili prodotti deve essere effettuata da ditte apposite ed autorizzate iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Puoi verificare che la Ditta scelta sia autorizzata allo smaltimento cliccando qui.

Nel caso di Ditta Individuale ricordati di inserire prima il cognome e poi il nome se fai una ricerca per “ragione sociale”.

Una differenziazione va fatta per i materiali derivanti da scavi come terra e roccia, che in caso di grandi quantità devono essere smaltite da una Ditta autorizzata dopo essere state certificate da un tecnico come “non inquinanti.

Alcune discariche effettuano direttamente la verifica del campione prima di autorizzare lo scarico da parte della Ditta. Quindi prima di sostenere altri costi è possibile informarsi con il Titolare della Ditta che avete scelto per lo smaltimento.

I rifiuti inerti prodotti dai cantieri edili a seguito di demolizioni richiedono uno smaltimento appropriato. E’ necessario, infatti, compilare un formulario smaltimento rifiuti che verrà rilasciato dalla Ditta.

Oltre a certificare il corretto smaltimento del rifiuto edile prodotto, tale documento vi tutelerà in caso di eventuali controlli effettuati dalle autorità competenti.

 

Le tre cose da guardare quando acquisti il pellet

Acquistare un pellet di buona qualità è fondamentale per ottenere un buon rendimento della nostra stufa.

Sul mercato esistono diversi tipi di prodotti, ma cose capire quale scegliere?

Cos’è il pellet

Il pellet non è altro che segatura del legno vergine compressa ottenuta attraverso un processo meccanico.

Si presenta sottoforma di piccoli cilindri dal diametro di 6 mm, contenuti in sacchi di 15 kg.

Questo processo consente di utilizzare gli scarti del legno dapprima non utilizzati, ottenendo così un prodotto per il riscaldamento della nostra casa ecologico ed efficiente.

Come riconoscere un pellet di qualità

Ci sono tre parametri da guardare quando acquisti il pellet;

Il primo è la certificazione.

Assicurati sempre che il prodotto che andrai ad acquistare sia certificato EnPlus.

La certificazione Enplus permette di identificare facilmente la qualità del prodotto e l’azienda produttrice in modo da assicurare una maggiore tutela e trasparenza del consumatore.

Il secondo fattore da osservare è la provenienza del pellet.

Sebbene i migliori pellet siano Austriaci questo non significa che quelli proveniente da altri paesi non lo siano.

A prescindere dal paese di provenienza, è importante considerare il contenuto delle ceneri.

Infatti un pellet caratterizzato da un alto contenuto delle stesse ci costringerà a pulire la stufa più frequentemente.

Il pellet viene distinto in tre categorie:

  • EnPlus A1: corrisponde alla qualità più elevata caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari al 0,7%.
  • EnPlus A2: caratterizzata da un contenuto di ceneri che si aggira intorno al 1,2%.
  • Classe B: non adatto all’utilizzo domestico per via dell’alto contenuto di ceneri.

Le ultime caratteristiche da considerare sono il potere calorifico il cui valore ottimale è compreso tra i 4,5 e i 5,5 kWh/kg e il contenuto di umidità anche detto contenuto idrico che deve essere inferiore al 10%.

 

pulizia vetro stufa

Come pulire il vetro della stufa a pellet o della stufa a legna

Sempre più persone scelgono la stufa a pellet o la stufa a legna per il riscaldamento degli ambienti domestici.

Durante il processo di combustione che avviene in un apposito braciere viene prodotto del calore.
Inizialmente privato dell’anidride carbonica e poi fatto circolare attraverso una
ventola aspiratrice.

Il vetro della stufa è quindi sempre esposto al calore vivo della fiamma, ed è per questo che è necessaria una pulizia accurata, che preservi non solo l’estetica della stufa ma anche la sua durata.

Ovviamente la difficoltà nel pulire il vetro della stufa sarà commisurata alla frequenza di utilizzo e al tipo di pellet utilizzato, se utilizziamo una stufa a pellet o al tipo di legna da ardere se utilizziamo una stufa a legna.

Al fine di una corretta manutenzione, che aiuta a diminuire il verificarsi di intasamenti del braciere con un conseguente annerimento del vetro, sarà opportuno effettuare una pulizia della canna fumaria da parte di personale specializzato.

Per pulire il vetro di una stufa a pellet o della stufa a legna esistono varie tecniche.

Innanzitutto bisogna assicurarsi che il vetro sia freddo; è quindi necessario che la stufa sia spenta da almeno 4-5 ore.

A questo punto possiamo optare per prodotti appositi acquistabili sul mercato o per qualche buon vecchio metodo della nonna, vecchio ma efficace.

Ad esempio, dopo aver tolto la fuliggine superficiale con un panno imbevuto d’acqua, è possibile utilizzare un composto di aceto e bicarbonato di sodio per pulire a fondo la superficie.

Un altro rimedio fai da te è l’utilizzo di quotidiani inumiditi con dell’acqua, passati nella cenere e poi strofinati sul vetro. Infine basterà risciacquare il tutto e asciugare.

 

conto termico

Conto termico 2018: tutto quello che devi sapere.

Il conto termico 2018 fa parte di una serie di incentivi previsti dal D.M. 28 dicembre 2012 e D.M. 16/02/2016.

L’obiettivo è promuovere gli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti esistenti nonché promuovere la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.

Cos’è il conto termico

Il conto termico 2018 è gestito dal Gse – Gestore Servizi Energetici.

In breve  a tale ente è affidata la gestione della definizione dei soggetti beneficiari, delle spese ammissibili e delle modalità di richiesta dei benefici dell’agevolazione.

Rientrano sia interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica prodotta da fonti rinnovabili sia interventi per l’incremento dell’efficienza energetica.

L’incentivo viene calcolato in base all’energia termica prodotta ed erogato in un periodo che va dai due ai cinque anni o in alternativa in un’unica rata nel caso in cui l’intervento non superi € 5.000,

Requisiti per la domanda

La domanda conto termico 2018 può essere presentata da diverse tipologie di beneficiari, autonomamente o tramite un soggetto delegato:

  • Soggetti privati: persone fisiche, titolari di imprese o di reddito agrario, condomini;
  • Pubbliche Amministrazioni.

Per i soggetti privati la richiesta deve essere inviata entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori, pena l’inammissibilità all’incentivo.

La pratica conto termico va presentata attraverso il portaltermico.

Dopo aver effettuato la registrazione al portale, è possibile effettuare l’accesso e compilare la domanda.

Il “soggetto beneficiario” (colui che beneficerà dell’incentivo), dovrà indicare le informazioni relative all’immobile e al tipo di intervento effettuato.

E’ importante per il buon fine della richiesta:

  • fotografare il vecchio impianto prima di procedere alla dismissione (in caso di sostituzione di impianti obsoleti);
  • compilare le fatture e bonifici tenendo conto della particolarità dell’operazione;
  • formulario di smaltimento del vecchio impianto in caso di sostituzione di impianti obsoleti.
Diverse le modalità di accesso all’incentivo per le Pubbliche Amministrazioni.
ECO BONUS 2018

Bonus acquisto stufe 2018

Tutto quello che c’è da sapere su l’acquisto di stufa a pellet o stufa a legna

Anche per quest’anno la Legge di bilancio ha riconfermato le detrazione fiscali 2018 per l’acquisto di stufe a pellet o stufe a legna.

Le stufe a pellet utilizzano come combustibile il pellet, che sappiamo essere un derivato degli scarti della lavorazione del legno.

Esistono, inoltre, altre tipologie di stufe come le stufe a legna, le stufe elettriche o a gas.

Non sempre è facile trovare il modello più adatto alle nostre esigenze, perciò iniziamo a capire quali sono le detrazioni fiscali 2018 per stufe a legna, a pellet, elettriche o a gas.

Se stai pensando di acquistare una stufa a pellet o una stufa a legna per riscaldare la tua casa efficientemente e risparmiando continua a leggere.

Detrazione fiscale 2018 del 50% per acquisto stufe a pellet

Se si opta per l’acquisto di una stufa a pellet da gennaio e fino al 31 dicembre 2018, si potrà usufruire di due tipologie di incentivi che prevedono una detrazione fiscale del 50% della spesa sostenuta.

L’agevolazione riguarda la possibilità di detrarre dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) parte dei costi sostenuti per l’acquisto della stufa.

Per richiedere il bonus 2018 è necessario distinguere la tipologia di spesa effettuata.

Sono infatti previste due opzioni: il bonus ristrutturazioni o l’ Ecobonus per il risparmio energetico.

Detrazione fiscale 2018 per bonus ristrutturazioni

Il Dpr 917/86 all’art. 16-bis prevede una detrazione del 50% in dieci anni per gli acquisti  effettuati entro il 31/12/2018 di una stufa a pellet o stufa a legna se l’acquisto rientra all’interno di un più ampio progetto di ristrutturazione della propria abitazione, con un limite di spesa massimo previsto di € 96.000.

E’ possibile usufruire della detrazione stufa a pellet senza ristrutturazione  ma in questo caso l’acquisto e l’installazione devono riguardare camini e stufe a biomassa (legna o pellet) aventi un rendimento “non inferiore” al 70%.

Se hai bisogno di qualche chiarimento in più sulla detrazione stufa a pellet 2018, puoi consultare la guida fornita dall’Agenzia delle Entrate.

Ricorda che per beneficiare della detrazione devi effettuare il pagamento tramite bonifico bancario o postale riportando la causale del bonifico, il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento e il codice fiscale o la partita iva del beneficiario del bonifico.

Detrazione fiscale per riqualificazione energetica: Eco bonus 2018

L’ Ecobonus 2018 prevede la possibilità di detrarre il 50% delle spese totali sostenute dal 1.1.2018 al 31.12.2018,

per un massimo di €30.000 per unità immobiliare.

La spesa sostenuta può riguardare sia la sostituzione totale o parziale del vecchio generatore termico oppure una  nuova installazione purché venga superato 85% del rendimento utile nominale e vengano rispettati i parametri indicati dal’ Agenzia Nazionale dell’Efficienza Energetica – Enea riportati nel vademecum dedicato.

Conosci la detrazione per il conto termicoClicca per saperne di più.