Come migliorare il tiraggio camino

Il tiraggio camino è spesso uno dei problemi che affligge gli amanti del focolare durante la stagione invernale.

Non è piacevole avere a che fare con una difficile accensione o con del fumo dentro casa.

Cosa fare se il camino in casa fa fumo? Continua a leggere per saperne di più.

Come migliorare tiraggio canna fumaria

Innanzitutto, affinchè il camino funzioni correttamente è necessario verificare che si verifichi un corretto tiraggio.

Attraverso il tiraggio l’aria calda prodotta dalla combustione tende a salire verso l’alto. Risalendo però i fumi tendono a raffredarsi ed è quindi importante, affinchè non tornino indietro creando fumo, ottimizzare la canna fumaria.

A tal fine è importante che la canna fumaria sia quanto più possibile lineare, priva cioè di deviazioni o strozzature.

In fase di progettazione, è opportuno costruire la sezione della canna fumaria proporzionata alla dimensione del camino.

E’ necessario, poi che sia isolata termicamente e dotata di una camera d’aria, per evitare che i fumi risalendo si raffreddino troppo in fretta.

Nel caso in cui sia necessario effettuare delle modifiche è preferibile farle in prossimità del comignolo.

Nel caso tutto questo non bastasse si può sempre ricorrere all’utilizzo di un ventilatore che direzioni meccanicamente il movimento dell’aria.

Un altro fattore da non sottovalutare quando si parla di tiraggio è quello legato alle condizioni atmosferiche.

Noterete, a causa della differenza di pressione, nelle giornate fredde un tiraggio più facilitato mentre nelle giornate piovose potreste avere qualche difficoltà in più.

Anche il vento può incidere notevolmente sul problema; una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’altezza del comignolo.

Tutto ciò vale sia nel caso parlassimo di tiraggio camino aperto che di tiraggio forzato camino.

Prima dell’inizio della stagione è sempre consigliabile effettuare una pulizia della canna fumaria e utilizzare legna da ardere di qualità.

 

legna da ardere o pellet

Legna da ardere o pellet: quale conviene di più?

Quando inizia la stagione fredda una delle cose più belle è quella di ritrovarsi al calduccio dentro casa.

In Italia, l’uso di camini, stufe o caldaie a biomasse è sempre più frequente, con una percentuale che cresce anno dopo anno.

Oltre ad essere dei veri e propri oggetti di arredamento, questi prodotti rappresentano una valida alternativa per riscaldare efficientemente la nostra casa risparmiando.

Le differenze tra pellet e legna da ardere

Iniziamo dalla pulizia. In effetti, rispetto al camino le stufe a pellet offrono qualche vantaggio in più. infatti il camino senza vetro crea più sporcizia per via dello svolazzare delle ceneri nell’ambiente.

Con la stufa a pellet è possibile programmare l’accensione e lo spegnimento o ancora, decidere la temperatura per te ideale.

Inoltre, tutti i modelli sono dotati di un serbatoio di pellet dal quale viene prelevato automaticamente dalla macchina la quantità necessaria per il suo funzionamento.

L’utilizzo di  legna da ardere, richiede in un certo qual modo uno sforzo in più da parte dell’utilizzatore che deve rimboccare più spesso il camino per evitare che la fiamma si spenga.

Per quanto riguarda i prezzi, sebbene il costo da sostenere inizialmente sia più elevato in caso di acquisto di stufa o caldaia a biomasse rispetto al camino, nel lungo termine l’utilizzo di pellet ripaga.

Esistono tanti modelli di stufe come di camini; il prezzo oltre a variare in base alla potenza e al volume riscaldabile cresce anche in base alla marca o al modello scelto.

Non bisogna dimenticare poi la possibilità di accedere agli incentivi Statali previsti che permettono di recuperare parte della spesa sostenuta.

Parliamo del bonus risparmio energetico e del conto termico.

Infine la manutenzione. In entrambi i casi è opportuno effettuare una pulizia accurata da parte di personale specializzato per garantire un funzionamento ottimale dell’apparato.

Siete giunti a una conclusione? Legna da ardere o pellet?

 

come accatastare legna da ardere

Come accatastare legna da ardere

Accatastare legna da ardere può richiedere un notevole impegno.

Sappiamo, però, quanto è importante gestire al meglio questa fase e quella della conservazione in modo da aumentare il potere calorifico della legna acquistata.

Abbiamo parlato in un altro articolo di come procedere alla conservazione della legna da ardere dopo l’acquisto, clicca qui per saperne di più.

Se non sai come sistemare la legna in giardino, come sistemare la legna in casa o come accatastare legna in garage continua a leggere.

Sistemi per accatastare la legna

Trascorso il periodo necessario alla stagionatura, fase attraverso la quale legna si trasforma da verde a secca, possiamo pensare all’accatastamento.

Esistono diversi metodi per accatastare legna da ardere in maniera ottimale.

Qualsiasi sia il metodo applicato è bene ricordare di porre in cima i pezzi con la corteccia posta verso l’alto. Ti starai chiedendo il perchè… ebbene la corteccia è uno dei migliori isolanti per difendere la tua catasta di legna dall’umidità.

Un altro consiglio utile su come disporre la legna per l’inverno, è quello di scegliere un luogo riparato lontano dalla pioggia e non a contatto diretto con il terreno.

Per la creazione della catasta, iniziamo utilizzando i pezzi più grandi e lineari per delineare la base, che diventerà automaticamente più solida.

A questo punto possiamo impilare all’interno i pezzi più piccoli e irregolari posizionandoli in parallelo.

Una buona regola è quella di porre dei ciocchi in maniera trasversale nelle zone centrali della pila di legna. Ciò, non solo renderà stabile la catasta, sarà fondamentale per livellare eventuali pendenze.

Se avete spazio a sufficienza può essere una buona idea separare i legni piccoli da quelli grandi; questa operazione sarà utile per distinguere la legna per l’accensione da quella necessaria al mantenimento della fiamma.

Con questi pochi semplici passaggi riuscirai a creare una pila stabile, ben areata e bella da vedere.

 

come conservare la legna da ardere

Come conservare la legna da ardere dopo l’acquisto

La stagione autunnale è ormai alle porte. Stai iniziando ad accatastare la tua scorta di legna da ardere per l’inverno? Scopri come conservarla in pochi semplici passaggi.

La legna, sia per il camino che per la stufa, ha bisogno di una buona stagionatura per rendere al meglio. L’umidità ideale che deve contenere ammonta a una percentuale del 15%; questo valore si ottiene dopo una conservazione di circa 12-18 mesi.                                Se acquisti o disponi di legna lunga ricordati che generalmente, la legna verde si spacca molto più facilmente di quella secca.

Dove conservare la legna da ardere

Effettuato l’acquisto, per garantirti una maggiore resa, avrai bisogno di stipare la legna in un luogo riparato lontano dagli agenti atmosferici come la pioggia.

Allo stesso tempo il luogo da te scelto deve essere soleggiato e ben areato per consentire alla legna verde di asciugarsi.

Il luogo ideale potrebbe essere una tettoia, un portico o una veranda, ovvero strutture non chiuse che offrono un’adeguata ventilazione.

Come accatastare la legna da ardere

Un buon metodo per accatastare la legna è quello di creare delle cataste alte 1 mt circa.

Pile più alte, infatti, potrebbero diventare instabili e cadere.

Prediligi un terreno piano affinchè la tua catasta di legna rimanga compatta.

E’ preferibile, però, evitare il contatto diretto con il terreno per ridurre l’umidità. Potresti utilizzare a tal fine un pallet di legno o della ghiaia.

Ricorda infine di posizionare le pile a qualche centimetro dalle pareti e dalle altre eventuali cataste per una corretta areazione.

Non dimenticare di considerare una distanza tale da non permettere a bambini o animali domestici di scavalcare.

 

migliore legna da ardere roma

Quale legna da ardere scegliere

Possiedi un camino o una stufa a legna ma non sai mai qual è la migliore legna da ardere per riscaldare la tua casa o cuocere le tue pietanze? Continua a leggere per saperne di più.

Tipologie di legna da ardere

Come scegliere  la migliore legna da ardere  per riscaldare la propria abitazione in modo efficiente ed economico?

E’ opportuno porre particolare attenzione ai tipi di legna ardere che andremo ad acquistare. 

Ne esistono, infatti, sul mercato diverse tipologie caratterizzate da valori di combustione differenti.

In generale possiamo far riferimento a due tipologie di legna da ardere:

 

  • Legna da ardere “dolce” come Abete, Castagno, Pino, Pioppo, Ontano e Salice. La caratteristica principale di queste tipologie sta nella facilità di accensione e ad un processo di combustione estremamente veloce. Per tale motivo sono sconsigliati per gli ambienti domestici perchè il consumo per il mantenimento della combustione sarebbe eccessivo. Inoltre tendono a sporcare la canna fumaria per via della produzione di catrame di carbone e di conseguenza l’utilizzo di tali essenze porta a costi di manutenzione più elevati.

 

  • Legna da ardere “forte”come Betulla, Faggio, Frassino, Leccio, Olmo, Quercia e Rovere. Caratterizzati da un processo di combustione più lento che garantisce il primato dilegna da ardere miglior resa”. Consigliati per il riscaldamento domestico.

 

Stagionatura della legna da ardere

Un altro fattore molto importante da valutare è quello relativo alla stagionatura della legna.

Nel gergo comune facciamo riferimento alla legna secca e alla legna verde.

La legna verde, quella appena tagliata, contiene di solito fino al 75% di umidità. Accendere il nostro focolare con solo questo tipo di legna può determinare difficoltà nella combustione, una maggiore manutenzione della canna fumaria ed una resa calorifera non ottimale.

Per questo è buona regola utilizzare legna secca per un’accensione più rapida e utilizzare legna verde per il mantenimento efficiente del nostro focolare.

La durata della stagionatura dipende dal tipo di legna. E’ importante ricordare che un processo di stagionatura eccessivo è controproducente poichè diminuisce il potere calorifero.