truffa del pellet

Bancali di pellet “fantasma” pagati e mai arrivati.

Come ormai da qualche anno, migliaia di consumatori di pellet vengono raggirati dal truffatore di turno, perdendo così tutti i soldi.

E’ proprio il forte risparmio che attrae gli ignari clienti che si lasciano tentare per accumulare una scorta di pellet per la stagione invernale.

La mega truffa del pellet quest’anno ha coinvolto acquirenti in tutta Italia ed in particolare ha interessato la zona dei Castelli Romani.

 

LA TRUFFA DEL PELLET: COME FUNZIONA

 

Nonostante la modalità esecutiva dell’intera truffa sia sempre la stessa, ogni anno si registrano nuove vittime.

Sostanzialmente gli acquirenti tentati dal prezzo super competitivo trovato online contattano il presunto venditore procedendo all’ordine.

Il prezzo  si aggirava intorno a € 3,50 a sacchetto contro gli € 5,00 di media per la stagione.

Ad ordine avvenuto veniva richiesto il pagamento tramite bonifico bancario della metà dell’importo concordato e la restante parte alla consegna.

Ovviamente la consegna non sarebbe mai avvenuta e a fronte della richiesta di spiegazione i compratori si trovavano di fronte a un bel nulla.

Ad oggi, i titolari della società sono scomparsi. Le forze dell’ordine si sono attivate e si parla di una denuncia collettiva presso la Guardia di Finanza.

Oltre la perdita dei soldi e se vogliamo al danno morale, è necessario considerare anche la perdita relativa alla mancata possibilità di acquistare pellet prestagionale.

Infatti, acquistando nei mesi precedenti a quelli invernali c’è la possibilità di sfruttare un prezzo molto più conveniente.

 

PERCHE’ DIFFIDARE DI PREZZI COSI’ BASSI?

 

L’utilizzo di stufe e caldaie a pellet negli ultimi anni è molto aumentato.

Il crescere della domanda da parte dei consumatori e la scarsità del prodotto equivalgono ovviamente ad un aumento del prezzo di mercato.

E’ proprio per questo motivo che la vendita al di sotto di un certo prezzo non è fattibile, anche in caso di acquisti collettivi di grandi quantità.  

quando il pellet non brucia bene

L’utilizzo di una stufa a pellet racchiude in se molteplici vantaggi, sia a livello di efficienza energetica che di facilità di utilizzo. Infatti può essere facilmente impostato l’orario di accensione e di spegnimento in modo da avere sempre la tua casa calda senza eccessivi sforzi.
Quando il pellet non brucia bene ci sono alcuni accorgimenti che possono essere adottati per evitare spiacevoli inconvenienti con la nostra stufa a pellet.

Pellet non bruciato nel braciere: perchè accade

Se hai il problema di una stufa pellet fuliggine nera il problema potrebbe essere legato all’uso di pellet di cattiva qualità.
Spesso, infatti il pellet acquistato a basso prezzo contiene un alto contenuto di ceneri residue, che dopo il processo di combustione, rimangono li intasando il braciere.
Tutto ciò provoca una cattiva circolazione dell’aria, necessaria affinchè la fiamma sia viva e il pellet bruci efficientemente.
Un sintomo visibile di una cattiva combustione è stufa a pellet vetro molto sporco.
Il primo consiglio è quindi quello di scegliere un pellet di qualità con un basso contenuto di ceneri, certificato EnPlus.

Un altro consiglio fondamentale è quello legato alla manutenzione e pulizia della stufa a pellet.
Pulire la stufa ogni settimana potrebbe non bastare; sarebbe necessario, infatti, effettuare una pulizia del braciere prima di ogni accensione in modo tale che quest’ultimo sia pulito evitando così troppo pellet nel braciere.
Per facilitare la pulizia, dopo aver svuotato il cassetto delle ceneri della tua stufa, esistono in commercio dei semplici aspiratori di cenere che ti permetteranno in pochi minuti di togliere tutti i residui rimasti.

L’ accumulo di pellet nel bruciatore può essere legato ad una cattiva regolazione della stufa.
La quantità di pellet caricato dalla macchina è maggiore rispetto a quella che viene utilizzata.
Per evitare tutto ciò è consigliabile effettuare una manutenzione periodica da parte di un professionista abilitato.

pellet prestagionale

Pellet prestagionale: tutto quello che devi sapere per evitare errori

Acquistare pellet prestagionale è la soluzione migliore se si vuole risparmiare.

Se abbiamo spazio a sufficienza, acquistare prima dell’inizio della stagione il pellet necessario per tenere calda la nostra casa è la scelta più sensata.

E’ sempre bene, però, procedere con cautela durante l’acquisto in modo da evitare errori e trovarci con un pellet non adatto alle nostre esigenze.

In un precedente articolo abbiamo già visto quali sono gli elementi da considerare quando si acquista il pellet, clicca qui per saperne di più.

Pellet prestagionale: gli errori da evitare

Di solito le aziende produttrici comunicano i prezzi per la nuova stagione tra aprile e maggio.

Quando parliamo di pellet prestagionale ci riferiamo a quello venduto tra maggio e fine agosto. Questo non toglie che alcune aziende possano variare questo periodo.

Non tutte le aziende applicano la “politica stagionale” optando per una vendita ad un prezzo costante tutto l’anno.

La carenza di prodotto già riscontrata nel 2017 ha portato ad un aumento generale dei prezzi al sacco. Trend che sembra ripetersi anche per la stagione 2018/2019.

Per evitare errori, anche nel caso di acquisto pellet prestagionale un fattore chiave è la qualità del prodotto.

Anche se il pellet prestagionale costa meno, dobbiamo sempre ricordare che un pellet certificato e di qualità ha un prezzo; questo per dire che è opportuno tenersi alla larga da stock troppo convenienti.

Una volta trovato il prodotto che fa per noi, è necessario conservare il prodotto in maniera adeguata. Una buona regola è quella di sistemare i sacchi in un luogo asciutto e ventilato. Inoltre è consigliabile evitare il contatto diretto con il pavimento o con le pareti. E’ possibile  utilizzare ad esempio una pedana di legno per adagiare i sacchi.

Queste piccole accortezze saranno utili per evitare di perdere il risparmio ottenuto sul prezzo e beneficiare di un pellet di qualità.

Se non hai ancora trovato il pellet che fa per te, clicca qui per scoprire le nostre offerte. Per qualsiasi informazioni siamo qui per aiutarti.

 

 

come conservare il pellet

Come conservare il pellet

Capire come conservare il pellet è molto importante.

L’utilizzo di stufe a pellet nei nostri appartamenti sta diventando sempre più comune.

E’ consigliabile procurarsi una buona scorta di pellet prima dell’inizio della stagione invernale. Sapere come come conservarlo in maniera ottimale ti sarà molto utile.

Come combattere un pellet umido

Il problema principale nel conservare il pellet è quello di preservarlo dall’umidità.

Di solito i sacchi che contengono il pellet sono elettrosaldati per difendere il prodotto dal problema. Ma una volta aperto il sacco la protezione viene a mancare.

Tecnicamente, l’umidità provoca l’espansione dei cilindretti di pellet, eliminando la lignina, che garantisce la compattezza delle particelle di legno.

I sacchetti contengono inoltre dei forellini di aerazione che consentono al prodotto di respirare. Se però il sacchetto viene collocato in un ambiente umido di certo assorbirà un pò di umidità.

In generale, per limitare il problema umidità, una buona regola è quella di consumare il pellet in ordine cronologico, dal più vecchio al più nuovo.

Nonostante le accortezze, se il tuo pellet si è inumidito ti basterà tirarlo fuori dal sacchetto e posizionarlo in un luogo ben riscaldato e asciutto.

Come conservare il pellet in casa

Una buona soluzione è quella di posizionare una cassapanca vicino alla stufa e stipare il pellet al suo interno. In questo modo nel caso il prodotto rimarrà sempre asciutto.

Come conservare il pellet fuori casa

Non tutti hanno lo spazio necessario per la conservazione del pellet in casa.

Molto spesso esso viene stipato in garage o in cantina.

In questo caso una semplice precauzione consiste nel non appoggiare i sacchi a terra o a contatto con le pareti ma su un pallet o un pannello di polistirolo.

Se, infine, decidi di stipare i sacchi in giardino ricordati di coprirli con un telo isolante; nel caso in cui si ha disposizione tanto spazio una buona soluzione sono i silos oppure i serbatoi interrati.

 

Le tre cose da guardare quando acquisti il pellet

Acquistare un pellet di buona qualità è fondamentale per ottenere un buon rendimento della nostra stufa.

Sul mercato esistono diversi tipi di prodotti, ma cose capire quale scegliere?

Cos’è il pellet

Il pellet non è altro che segatura del legno vergine compressa ottenuta attraverso un processo meccanico.

Si presenta sottoforma di piccoli cilindri dal diametro di 6 mm, contenuti in sacchi di 15 kg.

Questo processo consente di utilizzare gli scarti del legno dapprima non utilizzati, ottenendo così un prodotto per il riscaldamento della nostra casa ecologico ed efficiente.

Come riconoscere un pellet di qualità

Ci sono tre parametri da guardare quando acquisti il pellet;

Il primo è la certificazione.

Assicurati sempre che il prodotto che andrai ad acquistare sia certificato EnPlus.

La certificazione Enplus permette di identificare facilmente la qualità del prodotto e l’azienda produttrice in modo da assicurare una maggiore tutela e trasparenza del consumatore.

Il secondo fattore da osservare è la provenienza del pellet.

Sebbene i migliori pellet siano Austriaci questo non significa che quelli proveniente da altri paesi non lo siano.

A prescindere dal paese di provenienza, è importante considerare il contenuto delle ceneri.

Infatti un pellet caratterizzato da un alto contenuto delle stesse ci costringerà a pulire la stufa più frequentemente.

Il pellet viene distinto in tre categorie:

  • EnPlus A1: corrisponde alla qualità più elevata caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari al 0,7%.
  • EnPlus A2: caratterizzata da un contenuto di ceneri che si aggira intorno al 1,2%.
  • Classe B: non adatto all’utilizzo domestico per via dell’alto contenuto di ceneri.

Le ultime caratteristiche da considerare sono il potere calorifico il cui valore ottimale è compreso tra i 4,5 e i 5,5 kWh/kg e il contenuto di umidità anche detto contenuto idrico che deve essere inferiore al 10%.

 

pulizia vetro stufa

Come pulire il vetro della stufa a pellet o della stufa a legna

Sempre più persone scelgono la stufa a pellet o la stufa a legna per il riscaldamento degli ambienti domestici.

Durante il processo di combustione che avviene in un apposito braciere viene prodotto del calore.
Inizialmente privato dell’anidride carbonica e poi fatto circolare attraverso una
ventola aspiratrice.

Il vetro della stufa è quindi sempre esposto al calore vivo della fiamma, ed è per questo che è necessaria una pulizia accurata, che preservi non solo l’estetica della stufa ma anche la sua durata.

Ovviamente la difficoltà nel pulire il vetro della stufa sarà commisurata alla frequenza di utilizzo e al tipo di pellet utilizzato, se utilizziamo una stufa a pellet o al tipo di legna da ardere se utilizziamo una stufa a legna.

Al fine di una corretta manutenzione, che aiuta a diminuire il verificarsi di intasamenti del braciere con un conseguente annerimento del vetro, sarà opportuno effettuare una pulizia della canna fumaria da parte di personale specializzato.

Per pulire il vetro di una stufa a pellet o della stufa a legna esistono varie tecniche.

Innanzitutto bisogna assicurarsi che il vetro sia freddo; è quindi necessario che la stufa sia spenta da almeno 4-5 ore.

A questo punto possiamo optare per prodotti appositi acquistabili sul mercato o per qualche buon vecchio metodo della nonna, vecchio ma efficace.

Ad esempio, dopo aver tolto la fuliggine superficiale con un panno imbevuto d’acqua, è possibile utilizzare un composto di aceto e bicarbonato di sodio per pulire a fondo la superficie.

Un altro rimedio fai da te è l’utilizzo di quotidiani inumiditi con dell’acqua, passati nella cenere e poi strofinati sul vetro. Infine basterà risciacquare il tutto e asciugare.

 

conto termico

Conto termico 2018: tutto quello che devi sapere.

Il conto termico 2018 fa parte di una serie di incentivi previsti dal D.M. 28 dicembre 2012 e D.M. 16/02/2016.

L’obiettivo è promuovere gli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti esistenti nonché promuovere la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.

Cos’è il conto termico

Il conto termico 2018 è gestito dal Gse – Gestore Servizi Energetici.

In breve  a tale ente è affidata la gestione della definizione dei soggetti beneficiari, delle spese ammissibili e delle modalità di richiesta dei benefici dell’agevolazione.

Rientrano sia interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica prodotta da fonti rinnovabili sia interventi per l’incremento dell’efficienza energetica.

L’incentivo viene calcolato in base all’energia termica prodotta ed erogato in un periodo che va dai due ai cinque anni o in alternativa in un’unica rata nel caso in cui l’intervento non superi € 5.000,

Requisiti per la domanda

La domanda conto termico 2018 può essere presentata da diverse tipologie di beneficiari, autonomamente o tramite un soggetto delegato:

  • Soggetti privati: persone fisiche, titolari di imprese o di reddito agrario, condomini;
  • Pubbliche Amministrazioni.

Per i soggetti privati la richiesta deve essere inviata entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori, pena l’inammissibilità all’incentivo.

La pratica conto termico va presentata attraverso il portaltermico.

Dopo aver effettuato la registrazione al portale, è possibile effettuare l’accesso e compilare la domanda.

Il “soggetto beneficiario” (colui che beneficerà dell’incentivo), dovrà indicare le informazioni relative all’immobile e al tipo di intervento effettuato.

E’ importante per il buon fine della richiesta:

  • fotografare il vecchio impianto prima di procedere alla dismissione (in caso di sostituzione di impianti obsoleti);
  • compilare le fatture e bonifici tenendo conto della particolarità dell’operazione;
  • formulario di smaltimento del vecchio impianto in caso di sostituzione di impianti obsoleti.
Diverse le modalità di accesso all’incentivo per le Pubbliche Amministrazioni.
ECO BONUS 2018

Bonus acquisto stufe 2018

Tutto quello che c’è da sapere su l’acquisto di stufa a pellet o stufa a legna

Anche per quest’anno la Legge di bilancio ha riconfermato le detrazione fiscali 2018 per l’acquisto di stufe a pellet o stufe a legna.

Le stufe a pellet utilizzano come combustibile il pellet, che sappiamo essere un derivato degli scarti della lavorazione del legno.

Esistono, inoltre, altre tipologie di stufe come le stufe a legna, le stufe elettriche o a gas.

Non sempre è facile trovare il modello più adatto alle nostre esigenze, perciò iniziamo a capire quali sono le detrazioni fiscali 2018 per stufe a legna, a pellet, elettriche o a gas.

Se stai pensando di acquistare una stufa a pellet o una stufa a legna per riscaldare la tua casa efficientemente e risparmiando continua a leggere.

Detrazione fiscale 2018 del 50% per acquisto stufe a pellet

Se si opta per l’acquisto di una stufa a pellet da gennaio e fino al 31 dicembre 2018, si potrà usufruire di due tipologie di incentivi che prevedono una detrazione fiscale del 50% della spesa sostenuta.

L’agevolazione riguarda la possibilità di detrarre dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) parte dei costi sostenuti per l’acquisto della stufa.

Per richiedere il bonus 2018 è necessario distinguere la tipologia di spesa effettuata.

Sono infatti previste due opzioni: il bonus ristrutturazioni o l’ Ecobonus per il risparmio energetico.

Detrazione fiscale 2018 per bonus ristrutturazioni

Il Dpr 917/86 all’art. 16-bis prevede una detrazione del 50% in dieci anni per gli acquisti  effettuati entro il 31/12/2018 di una stufa a pellet o stufa a legna se l’acquisto rientra all’interno di un più ampio progetto di ristrutturazione della propria abitazione, con un limite di spesa massimo previsto di € 96.000.

E’ possibile usufruire della detrazione stufa a pellet senza ristrutturazione  ma in questo caso l’acquisto e l’installazione devono riguardare camini e stufe a biomassa (legna o pellet) aventi un rendimento “non inferiore” al 70%.

Se hai bisogno di qualche chiarimento in più sulla detrazione stufa a pellet 2018, puoi consultare la guida fornita dall’Agenzia delle Entrate.

Ricorda che per beneficiare della detrazione devi effettuare il pagamento tramite bonifico bancario o postale riportando la causale del bonifico, il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento e il codice fiscale o la partita iva del beneficiario del bonifico.

Detrazione fiscale per riqualificazione energetica: Eco bonus 2018

L’ Ecobonus 2018 prevede la possibilità di detrarre il 50% delle spese totali sostenute dal 1.1.2018 al 31.12.2018,

per un massimo di €30.000 per unità immobiliare.

La spesa sostenuta può riguardare sia la sostituzione totale o parziale del vecchio generatore termico oppure una  nuova installazione purché venga superato 85% del rendimento utile nominale e vengano rispettati i parametri indicati dal’ Agenzia Nazionale dell’Efficienza Energetica – Enea riportati nel vademecum dedicato.

Conosci la detrazione per il conto termicoClicca per saperne di più.